Alfio Caltabiano

Here’s a cool link to a breif bio for Alfio Caltabiano. I’ll have a go at translating some of this later…

Quote:

La splendida cornice di Villa Monte d’Oro è il risultato di quaranta anni di creatività e lavoro operati da una persona di indiscusso talento, Alfio Caltabiano.

Maestro d’armi e regista cinematografico degli anni d’oro del Cinema italiano, è stato un artista poliedrico, dotato di incredibile estro e capacità realizzativa.

Il suo entusiasmo per quest’opera monumentale oggi fa rivivere i fasti degli antichi romani in una location davvero unica. Nelle righe che seguono riportiamo le fasi salienti della sua suggestiva vicenda umana.

Alfio Caltabiano nasce a Pistoia il 17-07-1932 da madre di Orvieto e padre di Catania. Quella dei suoi genitori fu un’unione burrascosa, si separarono prima che lui nascesse, il che non gli permise di avere un’infanzia semplice. Già da adolescente il suo temperamento lo portò ad essere votato all’azione, così fin da giovane attraversò molte città fino a raggiungere Nizza dove facendo il bagnino si guadagnava da vivere. In seguito incontrò una signora che lo assunse come tuttofare nel suo ristorante. Lavorò anche in un circo.

Raggiunta la maggiore età tornò in Italia e, per mantenersi, si dedicò prima al pugilato, poi alla letteratura poliziesca. In seguito, grazie alla sua straordinaria prestanza fisica e alle buone doti d’interprete, si avvicinò al cinema facendo lo stuntman.

Nel 1959 ebbe l’opportunità di controfigurare Charlton Heston in Ben Hur di W. Wyler: fu l’inizio di una carriera folgorante; l’anno successivo Sergio Leone scommise su di lui e lo volle come maestro d’armi nel suo film Il colosso di Rodi.

A soli vent’otto anni, Alfio divenne una leggenda del cinema mondiale; i più importanti attori volevano che fosse lui a controfigurarli e nessun regista di fama rinunciò alla sua collaborazione come maestro d’armi. Ecco come Alfio raccontava la sua straordinaria ascesa nel cinema:

“Ho fatto per la prima volta il maestro d’armi perché me lo ha imposto Sergio Leone che ho conosciuto durante le riprese di Ben Hur. Quando poi hanno visto la proiezione da tutte le parti volevano i colpi del Colosseo e mi hanno subito preso per fare Barabba che era un grossissimo film però non c’erano acrobati, allora io ho fatto venire dieci acrobati dalla Spagna – che avevo allenato tutto l’anno precedente per Il colosso di Rodi – per allenare gli italiani.

Li ho allenati al Safa Palatino. Quando sono andato a Verona mi sono portato ottanta acrobati, più di settanta erano italiani. A Verona ho preso più di centottanta atleti, li sceglievo nelle palestre, prendevo quelli che facevano più figura poi li ho allenati per tre mesi. Dicevano “Quello è proprio pazzo, tira dei colpi… quelli si ammazzano”. Dopo un anno “OH! Mi raccomando, voglio i colpi di Alfio Caltabiano”. C’era un periodo che vendevano tutti i miei film per le scene d’azione, mi aveva preso fisso la “Leone Film” di Scardamaglia, facevano i film coi gladiatori.

Mi davano un milione a settimana, perché con le cose che gli facevo io vendevano subito i film all’estero, di corsa. Io ho inventato tutto sui gladiatori, era una scuola mia, dopo hanno imitato tutti, hanno cominciato a fare tutti film di gladiatori. Le mie erano lotte di una violenza incredibile, ma era tutto preparato col cervello, colpo e parata altrettanto forte, era tutto congegnato in modo meraviglioso, avevo fatto delle armi meravigliose, non si è mai fatto male nessuno.

Ero il numero uno, basti pensare che quando Fantasia e Musumeci prendevano settanta mila lire a settimana, io prendevo un milione e mezzo e poi facevo tutte le seconde unità ero proprio un’altra categoria.

Come maestro d’armi e interprete, ed in seguito come regista, Alfio usava spesso lo pseudonimo di Al Northon e Tony Norton ma era noto anche come Alf Randal ed Alf Thunder.

Alfio decide di investire il denaro guadagnato, comprando un magnifico appezzamento di terreno a Grottaferrata, nei pressi della Capitale: Il Monte d’Oro dove poco tempo dopo inizia a costruire la sua casa.

E’ importante sottolineare che proprio durante le riprese di Barabba conobbe Donatella, colei che sarebbe diventata sua moglie e gli sarebbe rimasta accanto tutta la vita.

Donatella e Alfio si sposano il 6 Settembre 1964 nella chiesa di San Giorgio al Velabro. Testimoni della sposa sono gli zii Vincenzo Genovese e Antonio Nunzia. Testimoni dello sposo sono il regista Michele Lupo e il commendatore Mario Martelli, compagno di sua madre. Tra gli invitati spicca la mitica Silvana Mangano con le due figlie Veronica e Raffaella e molti componenti della ‘troupe’ del film La Bibbia.

I due sposi vanno a vivere in un appartamento in affitto a Grottaferrata; dopo qualche mese si trasferiscono al Monte d’Oro, dove Alfio aveva appena finito di costruire una casetta con un pezzettino di portico. Ma quello era solo l’inizio. Alfio continua la sua carriera nel cinema e contemporaneamente investe i guadagni nella costruzione di quella che sarebbe diventata splendida Villa Monte d’Oro.

Come acrobata e attore lo ricordiamo in:
• Messalina, venere imperatrice di V. Cottafavi
• La strada dei giganti di G. Malatesta
• Arrivano Titani di Duccio Tessari
• Il figlio del capitano Blood di T. Demicheli
• Kali-Yug la dea della vendetta di M. Camerini
• Il mistero del tempio indiano di M. Camerini
• Erik il vichingo di M. Caiano
• Colorado Charlie di G. Mauri
• I due sergenti del generale Custer di G. Simonelli
• 2+5: missione Hydra di P. Francisci
• Continuavano a chiamarlo Trinità di E. Barboni
• Il giorno del giudizio di M. Gariazzo
• Di Tressette ce n’è uno tutti gli altri son nessuno di G. Carnimeo
• La mano spietata della legge di M. Gariazzo
• Il venditore di palloncini di M. Gariazzo
• Keoma di E. Girolami
• California di M. Lupo

Come maestro d’armi e interprete lo ricordiamo in:
• La rivolta degli schiavi di N. Malasomma
• La battaglia di Maratona di B. Vailati
• Maciste il gladiatore più forte del mondo di M. Lupo
• Maciste l’eroe più forte del mondo di M. Lupo
• Gli schiavi più forti del mondo di M. Lupo
• La vendetta di Spartacus di M. Lupo
• L’armata Brancaleone di M. Monicelli
• Mark Donen agente Z7 di G. Romitelli

Il 26 Ottobre del 1968 nasce Cristiano, il suo unico figlio, colui che Alfio Caltabiano era solito definire il suo capolavoro.

L’anno precedente Alfio era passato alla regia. Tra il 1967 e il 1973 dirige sette commedie di genere western e d’avventura cui egli stesso è interprete soggettista e sceneggiatore: nel 1967 Ballata per un pistolero; nello stesso anno Comandamenti per un gangster, nel 1968 con Cinque figli di cane inizia la collaborazione con l’attore Tano Cimarosa e continua con Una spada per Brando (1970); Così sia (1972); Oremus, Alleluja e Così sia (1972); Tutti figli di mammasantissima (1973).

La filmografia completa di Alfio è presente su IMDB, il noto database online americano del Cinema.

Con questi film Alfio riscosse un buon successo di pubblico, soprattutto con Così sia che ebbe un successo così grande che fu necessario girare il seguito: Oremus, Alleluia e Così sia. In seguito, forse deluso dallo stato di abbandono in cui il cinema italiano versava, decise di dedicarsi a tempo pieno alla sua famiglia e alla sua casa che nel frattempo, grazie al suo lavoro e al suo estro, era diventata una splendida Villa.

Ho smesso di fare film per tante ragioni… io scrivevo abbastanza bene, però se scrivevo un film impegnato e poi lo andavo a presentare non riuscivo mai a chiuderlo, se invece era un film d’azione in due minuti lo chiudevo perché ormai avevo l’etichetta del maestro d’armi. Inoltre se proprio te la debbo dire tutta avevo scritto una sceneggiatura meravigliosa, mi è stata rubata da un’attrice a cui l’avevo data da leggere e ne è stato fatto un film dove io non vengo neppure citato. Allora mi sono detto: “Ma chi me lo fa fare di continuare… metto su quattro campi da tennis…”

Detto fatto, Caltabiano con l’appoggio dell’inseparabile moglie Donatella costruisce sei campi da tennis, un campo di calcetto, una palestra e una piscina aperta al pubblico; in sintesi, crea dal nulla un complesso sportivo che in pochi anni diventa un punto di riferimento per quanti vogliano praticare uno sport in modo serio.
Si circonda di istruttori di valore: Alberto Castellani per il tennis; Arrigo Carnoli per la palestra.
Il suo campo di calcetto si rivela essere il miglior campo di calcetto del Lazio con la squadra in serie A regionale grazie all’istruttore di serie B1 Claudio Palazzo. Lo scopo di Alfio era cercare tra i piccoli atleti il futuro campione e lo trovava, come nel caso di Alfonso Trinca che divenne campione regionale under 18.

Negli anni successivi altri istruttori bravissimi vennero inseriti nell’organico basti pensare ad Alfonso Paganini per la Danza e a Giorgio Gagliunghi per il tennis.

Alfio si dedicò al complesso sportivo per oltre vent’anni; in seguito a seguito del calo di interesse per il tennis, Caltabiano decise che non era il caso di tirare a campare: smantellò la palestra così come si fa con un set cinematografico alla fine del film e lo sostituì con un altro set: una sala magnifica, sontuosa, che ricordava i fasti della Roma Imperiale e che sarebbe diventata lo scenario ideale per ricevimenti e congressi.

La sua lungimiranza e il suo talento ancora una volta furono premiati ed ancora oggi villa Monte D’Oro viene presa d’assalto da quanti vogliono vivere una giornata indimenticabile in uno scenario da favola che non è solo apparenza, ma solida sostanza destinata a sopravviere a lungo nel tempo.

Purtroppo Alfio ci ha lasciati nel luglio del 2007, eppure la sua presenza nella Villa è quasi tangibile. Tutti coloro che l’hanno conosciuto non possono fare a meno di vederlo in tutto ciò che ha costruito e la sua amatissima compagna non può fare a meno di ricordare che quando Alfio comprò quel colle c’era solo un sasso.

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